STEP #08- Nei fumetti

 


Topolino #3189 – Metopolis
Francesco Artibani, Paolo Mottura
Panini Comics, 4 gennaio 2017

L’opera più esplicitamente critica nei confronti della catena di montaggio è indubbiamente Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin, sebbene elementi di critica a questo (per l’epoca) nuovo sistema di produzione erano già presenti in Metropolis, pellicola del 1927 di Fritz Lang, considerato il primo film di fantascienza propriamente detto.
La sceneggiatura del film si basa sul romanzo della moglie di Lang, Thea von Harbou, uscito nel 1925, ma probabilmente in lavorazione già da alcuni anni. Alcune fonti suggeriscono che l’edizione originale del romanzo risalga al 1912, abbastanza compatibile quindi con l’introduzione della catena di montaggio nelle industrie di Ford, mentre gli stili presenti nel testo, nella prima parte dettagliato mentre nella seconda molto teatrale, suggerirebbero uno sviluppo che nel finale è andato in parallelo con la scrittura della sceneggiatura da parte di von Harbou insieme con il marito.
L’alienazione degli operai è indubbiamente uno degli elementi centrali sia del romanzo sia del film, e si ritrova in buona sostanza anche nella versione disneyana, e colpisce il lettore sin dalla prima pagina, che riprende l’incipit della pellicola, con l’addetto all’orologio dei turni che detta l’entrata e l’uscita degli operai, tutti uguali uno all’altro, apparentemente indistinguibili. 

FONTI WEB:

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