Il primo dicembre 1913 la Ford Motor Company, nel Michigan, introdusse per la prima volta la catena di montaggio nel sistema industriale.
Catena di montaggio Ford Model T (1913)
Nata da un’idea dell’ingegnere statunitense Frederick Winslow Taylor, il sistema di produzione della catena di montaggio divenne celebre grazie all’industriale statunitense Henry Ford. Infatti, fu proprio quest’ultimo ad applicare tale sistema nella sua azienda la Ford Motor Company. Il suo scopo finale era quello di diminuire i tempi di produzione, abbassandone i costi.
L’ingegnere Taylor lavorò per un lungo periodo in industrie metalmeccaniche. Si rese perciò conto dei prolungati tempi di produzione esistenti nelle fabbriche. Questo lo spinse a voler elaborare un sistema di organizzazione in grado di snellire i tempi morti dei processi produttivi. Il suo modello si basava sull’idea di dividere il lavoro in fabbrica in brevi e semplici processi. Ognuno di essi veniva assegnato ad un operaio differente. Trattandosi di mansioni ripetitive e standardizzate, che si riducevano per lo più ad un unico movimento, gli operai non necessitavano di una formazione specializzata. Le teorie di Taylor furono raccolte nella sua monografia L’organizzazione scientifica del lavoro pubblicata nel 1911. Il pensiero di Taylor diede vita al taylorismo, sistema di pensiero scientifico basato sulla pianificazione del processo produttivo.
La catena di montaggio è un sistema di produzione che segue uno schema ben definito. Ogni operaio deve svolgere un compito preciso, essenziale alla creazione del prodotto finale. Tutto è ridotto ad un unico gesto, ripetuto più volte durante la giornata lavorativa. Ognuna delle operazioni svolte dagli operai deve essere compiuta in un tempo stabilito. Coloro che impiegavano meno tempo nel svolgere le operazioni ricevevano un premio di produttività. Il fatto che le operazioni da svolgere erano ridotte ad unico gesto, permise di assumere personale non qualificato. L’assemblaggio fu possibile grazie al nastro trasportatore, che facilitò la sequenzialità dell’intero processo. Tuttavia, la ripetitività del lavoro generava un enorme stress negli operai. Questo provocò un forte malcontento, che si manifestò attraverso scioperi ed azioni sindacali. Alcune pellicole cinematografiche, come Tempi Moderni(1936) di Charlie Chaplin, svolsero un’azione di critica alla società del tempo.
Nel 1908 Henry Ford avviò la produzione di un nuovo modello di automobile laFord Model T.
Ford aveva l’obbiettivo di creare un veicoloaccessibile a tutti, anche alle classi meno abbienti della società. Tuttavia, per riuscire ad ottenere successo in un mercato eterogeneo come quello statunitense, era necessario diminuire i costi ed i tempi di produzione. Per questo Ford decise di studiare le idee di Taylor ed introdurre la catena di montaggio nel suo ciclo produttivo. Questo sistema basato sulla standardizzazione della produzione permetteva di abbattere i costi di fabbrica e rendeva possibile agli stessi operai dell’azienda di comprare una Ford T. L’automobile venne venduta a meno di mille dollarie veniva prodotta in circa un’ora. Henry Ford riuscì anche ad aumentare lo stipendio dei suoi operai e a diminuire le loro ore lavorative. L’industriale statunitense si ritrovò spesso a fare concessioni ai suoi operai per evitare rappresaglie, ma il suo rapporto con i sindacati fu sempre conflittuale. Il fordismo divenne sinonimo di produzione in serie e pose le basi per la nascita della società dei consumi.
Catena di montaggio Ritto al nastro che scorre: dove corre la sa il diavolo se le viti che avvito servono per rubinetti o manette, pause non ce ne sono, soltanto dita svolazzanti, che afferrano viti e vuoto, stracciando le ore in mercede. Ritto al nastro che scorre: e saldo le parti in tubi attraverso cui dopo occhieggio e saldo i tubi chissà per che luogo li saldo il mio desiderio saldo nel ferro, il nastro che scorre il respiro mi toglie. Questa poesia scritta da Matthias Schreiber, giornalista e pubblicista tedesco, ritrae la figura dell'operaio, il quale, ritto davanti al nastro della catena di montaggio di una fabbrica, avvita viti, senza sapere a che cosa serviranno, se a montare rubinetti o a completare manette per imprigionare delinquenti. Le sue dita sembrano svolazzare in un volo cieco, toccano le viti, ma anche il volto di un lavoro senza senso. L'operaio passa il suo tempo a unire pezzi per formare dei tubi. Egli si chiede qual è lo scopo del suo lavoro, è come s...
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